Il risarcimento per il negato imbarco

Nel caso di negato imbarco al viaggiatore spetta un giusto risarcimento come previsto dalla legge. Se sul volo prenotato non vi sono più posti disponibili, la stessa compagnia aerea ha l’obbligo di verificare immediatamente se tra i passeggeri vi sia qualcuno disponibile a cedere il proprio posto (sempre in cambio di un beneficio da concordare).

Qualora non vi fossero volontari, per il negato imbarco sono previste due forme di risarcimento. La prima è la compensazione pecuniaria, il cui ammontare dipende dalla tratta e dalla distanza percorsa. Sulle tratte intracomunitarie, la compensazione è di 250 euro per distanze fino a 1500 km, e di 400 euro per distanze superiori ai 1500 km. Invece sulle tratte extracomunitarie la compensazione è di 250 euro fino ai 1500 km di distanza, 400 euro fino ai 3500 km e infine di 600 euro per distanze superiori ai 3500 km.

La seconda forma di risarcimento in caso di negato imbarco è il rimborso del prezzo del biglietto, ma solo per la parte ci viaggio non effettuata.

Queste sono le tutele previste dalla Carta dei diritti del passeggero. Ma il negato imbarco è solo uno degli imprevisti che potrebbero costringere a rimandare la partenza: per essere sicuri di recuperare i soldi investiti anche in tutti gli altri casi, la cosa migliore è stipulare un’ assicurazione di annullamento viaggio.

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